Non so se ho ancora la forza di lottare. Non so cosa significhi questa rabbia dentro, semplicemente non riesco a capirlo. Per quanto assurdo sia mi trovo incatenata sull'asfalto di una strada diretta ad una meta precisa, una strada sulla quale avevo deciso di correre, di non tornare indietro, anche se mi fossi scontrata contro un masso. Non si torna indietro. Deve essere questo che ho pensato quando mi sono chinata fino a rimanere immobile, pietrificata su quella via così luminosa e ricca di speranze. Mano a mano che i miei dubbi crescevano, delle piccole catene sono spuntate dal cemento e strisciando mi si sono attorcigliate attorno alle caviglie, come vili serpenti. Adesso sono qua, ho pensato di poter muovere qualche passo, probabilmente l'ho fatto anche se non te ne sei accorto. Ma mi trovo sempre su questa lunga strada della quale non si intravede la fine ne' i contorni, così nebbiosi sfumati e solitari. Deserto. Vedo un'unica direzione, ma sono ferma. Non passa nessuno, non ci sei nemmeno tu. Vorrei tanto alzarmi e correre, ma non sono sicura che sia quel che voglio realmente. Ho davvero la forza di alzarmi e correre verso la meta? Cos'è questa rabbia in corpo che mi ha paralizzato? Come capirlo? Troppe domande che mi tengono ancorata al terreno, troppi dubbi, nessuna risposta. Quanto vorrei che un passante qualsiasi mi illustrasse la via, che mi liberasse da queste catene!
"Tagliami queste catene ti prego, fammi alzare". Non so cosa diresti, probabilmente staresti lì sul margine a chiedermi se lo voglio davvero, sei una persona riflessiva, non avventata. Ma io non saprei risponderti ed allora immagino che butteresti via le cesoie e con esse la mia speranza di un taglio netto a quei nodi di ferro. "cosa fai??" ti chiederei io.
<<Non andresti molto lontano comunque, non sono le catene a tenerti a terra>>
Allora guarderei i miei piedi, dannazione, hai ragione, sono troppo piccole per non essere strappate dalla forza di uno slancio.
<<Dimmi, allora come posso alzarmi?>> Ti supplicherei di dirmi
<<Trovando la forza di compiere quello slancio>>
<<E come devo fare? Aiutami ti prego non riesco a capirlo!>> In quel momento desidererei che tu mi tirassi per la mano, che mi facessi alzare attraverso la tua forza sperimentata nel tempo, proveniente da dentro di te. La forza allo stato più puro: quella dell'anima. Ma non puoi farlo tu, lo so. Vorrei solo che tu mi stessi accanto, che mi parlassi, non lasciarmi sola, forse non sarò sola alla fine della strada ma sicuramente lo sono adesso. <<Rimani e parlami>> mormorerei.
<<Questo...questo lo posso fare>> Parole nate dal cuore, un vero gesto di umanità, solidarietà, che non da' soluzioni ma di certo allevia le pene.
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