Le sensazioni passate non sono quelle presenti.
Le sensazioni presenti non sono quelle future.
Ed in questa confusione mi manca ciò che era, manca perché non è, né sarà.
Quel che perso è andato.
Ci sono treni che ripassano, ma non sono più gli stessi. Cambiano le persone a bordo, ma soprattutto è il bagaglio che ci trasciniamo dietro a cambiare.
Noi, ignari viaggiatori in balia di un tabellone di arrivi e partenze ripetute.
Non sono più io, non siamo più noi, anche se tu sei lo stesso.
Nessuno può capire cosa voglia dire perdere un treno, sbagliare carrozza o aspettare quello dopo, che non si sa mai se arriva.
In questo intreccio di vite ci è dato solo godere degli istanti, degli infinitesimali frammenti.
E allora ci si può sdraiare a guardare le stelle e cercare di svelare l'arcana trama di questo romanzo di cui non potremo raccontare la fine.
Si può tentare di capire, si tenta, ma senza giungere a niente.
Le stelle son sempre tante, la loro disposizione è, seppur armonica, così casuale, quasi come se il destino si beffasse di noi e cercasse di farci trovare un senso dove non c'è, perché non ci può essere.
E allora scrutiamo, contiamo e quando non ne possiamo più ci mettiamo a giocare con quelle lucciole lontane cantando loro la nostra malinconia per momenti passati, non accorgendoci che anche loro stesse potrebbero già appartenere a ciò che fu. Ma, al pari di un ricordo, anch'esse trasmettono ancora la loro luce, affinché queste bestie lontane, quali noi siamo, possano continuare ad ingozzarsi di sogni irrealizzati in attimi illusori che la mente stenta a comprendere.
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