<<Cosa vorresti fare tu?>>
<<tentare di rimediare ai miei errori, cambiare per una ragione in cui credo>>
E il saggio rise alle mie parole.
<<Ridi?>> Chiesi allora con aria meravigliata e spazientita
<<Non rido per la tua volontà di cambiare le cose, rido perché vorresti cambiare te stessa>>
Un barlume di lucidità pervenne alla mia mente, era davvero possibile decidere di cambiare?
<<Non credi sia possibile? Il motivo è valido...>> cercai di rispondere aggrappandomi a quella mia vana ed eterea speranza.
<<Credo sia possibile cambiare il corso degli eventi, non credo sia altrettanto possibile cambiare noi stessi>> Rispose il saggio tenendo relegata in quella barba bianca gran parte dell'essenza di quella vacua risposta.
<<Dimmi qualcosa, dammi una speranza, non mi lasciare così disillusa!>> Urlai spazientita con un ignobile sentimento di impotenza che mi pervadeva il corpo fino a farmi tremare i polsi.
<<Perché hai bisogno di conferme? Smetteresti forse di lottare se ti dicessi che la tua è un'impresa destinata a fallire?>> Domandò quasi sbeffeggiando quel mio ideale, quella mia pista di decollo che mi ero costruita.
<<Non lo so...>> Non so come quelle parole mi uscirono dalle labbra, avessi avuto qualche attimo in più avrei detto "certo che no, non smetterei mai di lottare per qualcosa in cui credo" eppure il mio istinto aveva portato a galla un'altra verità.
<<La tua necessità di conferme è allo stesso tempo acceleratore e freno dei tuoi desideri>>
Ci misi un po' a capire cosa volesse dire, ma il vecchio aveva ragione: sin da piccola non ero riuscita a conseguire niente che non dipendesse interamente da me. Così ero sempre stata brava a scuola e pessima nella vita, non avevo costruito un rapporto con i miei genitori, non avevo amicizie solide e stabili ed allo stesso tempo non riuscivo a credere fermamente nelle mie abilità.
Il saggio interpretò il mio silenzio e mi volle dare una parola di conforto.
<<Ogni volta che spiccherai il volo non saprai mai se sarai destinato a cadere o a rimanere in alto, non saprai se cadendo scoprirai nuove opportunità o se, una volta in alto, sarai tu a voler scendere. Non si conosce mai il nostro posto nel mondo e la voglia certezza è ciò che maggiormente ci separa dalla capacità di scoprirlo>>
<<Cosa dovrei fare allora? Dimmi qualcosa>> Sbuffai di nuovo quasi in cerca di una chiave a quel puzzle così troppo complicato per essere risolto.
Non ebbi mai una risposta. Il vero saggio sà di non poter dare risposte, ma di poter porre solo domande.
Forse la risposta è che non ci sono risposte, se già riuscissi a capire un decimo del significato di questa frase smetterei di cercare un senso, una sicurezza, un appiglio stabile che faccia da supporto ad ogni singola azione della mia vita. Forse riuscirei a capire che per arrivare in alto non è possibile stare ancorati a terra, che i sentieri di montagna non sempre hanno parapetti rassicuranti, che il mare è bello ma non sempre è possibile aggrapparsi al dorso dell'onda. A volte qualcuno è disposto a gettarci una fune, una ciambella di salvataggio, altre volte è il nostro compagno ad aver bisogno di essere trascinato, preso per mano e condotto alla meta. Per questo dobbiamo essere coraggiosi, non nel fare ma nell'essere, occorre una forza d'animo ben superiore a quella corporea, occorre una convinzione interiore e profonda. Occorre mostrarsi sicuri, avere sicurezze talmente grandi da poter bastare non solo a noi stessi e una volta raccolte occorre spingere ancora più vigorosamente in quella direzione tanto ambita. Il come, putroppo, è sempre un mistero.
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