sabato 2 aprile 2011

Giuramento


Troppi pensieri, troppe sofferenze, troppe notti insonni e giorni martoriati. L’ennesimo giorno era giunto alla fine da appena mezzora quando qualcuno mi ha fatto notare quanto tutto questo mi rendesse infelice. Promesse non mantenute, fiori mai sbocciati, cieli mai visti ed ancora nascosti da uno spesso strato di nuvole color pioggia. Non volevo mollare, non volevo rinunciare al mio desiderio. Eravamo tanto.
Mi mancano quei momenti, quelli in cui eravamo felici ed eravamo solo io e te. Quando avevo la consapevolezza che mi avresti cercato, che il giorno stesso avresti fatto di tutto per presentarti nel nostro solito luogo alla nostra solita ora. Nessuno al mondo mi aveva mai dato così tanta certezza dei propri sentimenti. Improvvisamente mi sentii a casa. A casa dopo anni di buio creato da incomprensioni e maschere da mostrare, da indossare...
Troppe maschere tra loro diverse si erano impossessate della mia vita. Chi ero io in realtà? Sensazioni contrapposte mi spingevano da una parte all’altra del segmento della vita; un segmento tortuoso e movimentato che solo alcuni si degnano di guardare durante la percorrenza. In un attimo mi sono trovata con te ed in un attimo mi sono ritrovata senza di te, in una stanza scura dalla quale sognavo di poter uscire per riavere quel che per quei pochi mesi, ma intensamente vissuti, ho sperimentato.
I seguenti sono stati mesi strazianti in cui ho cercato di seguirti, di farmi seguire. Ricordo ancora pomeriggi con il cuore in gola e lo stomaco in subbuglio nell’attesa del tuo messaggio che tardava ad arrivare, proprio come adesso. Ci siamo persi.
Il tempo ci ha allontanato, eravamo molto, eravamo tutto, ma quel tutto ci stava lentamente uccidendo. La rabbia, le colpe, interminabili discussioni. Quando ci siamo ritrovati abbiamo visto una vita insieme, una vita che ci avrebbe reso felici. Ho voluto continuare a crederci, a sperarci, ma tu hai ragione: non ci credo più. Adesso non spero più. La consapevolezza di questo distacco fa male, come fa male l’idea di saperti con un’altra persona, ma al tempo spesso spero che tu riesca a tornarci. Ti faccio del male, lo vedo; mi fai del male, lo sai. Non sono la persona che credevi, quella che da 10 anni conosci, quella con cui hai già diviso un periodo passato della tua vita. Adesso è giusto che tu torni alla tua routine, che forse tanto routine non era. Forse la ami ancora, forse non ami più me, forse non amo più te. Troppe domande, nessuna risposta e tutto mi ricorda quel giuramento fatto con lo stomaco annodato dalla perenne confusione, dal frullatore che in ogni attimo e con gran fracasso macina e frulla i miei pensieri.
“Quando ti ho chiamato sono stata male”
Mi ha detto con voce sottile voltandosi verso la mia figura alla guida. Come era possibile? Come potevo averle causato del dolore? Proprio  a lei… a colei a cui ho tentato a tutti i costi di ridare la felicità perduta, sforzandomi persino ad andare contro me stessa, di trovare quell’ottimismo che nemmeno io vedevo. A volte non realizziamo che il nostro modo di essere, pensare, affrontare la vita si ripercuote molto più sugli altri che non su noi stessi. A volte non ci importa, a volte non ci viene detto e non ce ne accorgiamo. Eppure quelle persone sono tutto, perché ce le siamo scelte, perché continuiamo a tenerle accanto. Sto male se penso al dolore che ti ho causato, come soffro a pensare al dolore causato agli altri, a quelle pochissime persone che mi vedono come in realtà sono, senza maschere, senza finzioni. Ho promesso di cambiare. Me l’ha chiesto lei, con la sua felicità ritrovata. Erano le 00.30, un nuovo giorno, iniziato da appena mezzora scandiva la mia nuova vita, il mio tentativo di cambiamento, per quanto difficile possa essere dopo anni passati a pensare. “Prometto che penserò di meno, non farò piani nel lungo periodo, vedrò la mia vita positivamente”. Ne ero convinta. So che devo farlo, per gli altri e principalmente per me stessa, me lo devo. I mesi infernali stanno per finire o almeno così voglio sperare. Nell’ultimo periodo ho trovato tanto e per farlo ho dovuto solo aprire me stessa al mondo, nuovi panorami, nuove idee, nuove persone, persone vecchie viste con occhi nuovi, occhi che non avevano mai guardato l’esterno prima. Nessuno ha avuto paura, nessuno si è allontanato. Sono finalmente vista per ciò che sono e questo non può che darmi la forza per andare avanti, in una nuova vita, iniziata alle 00.30 di questo giorno sfociato nel sole.

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