E se l'acqua restasse acqua ed il cielo rimanesse cielo... cosa cambierebbe a me su questa terra?
E se anche non potessi grattar via le stelle dalla notte, scucire le trame delle montagne o perdermi nella vertigine dei fiumi... chi mi toglierebbe quel che sono?
Tra la spavalderia del ciliegio che fiorisce ad ogni stagione con la noncurante puntulità del tempo, acre e magnanimo sollevatore di pene, e l'indifferenza del volo degli uccelli in schiere geometriche e regolari... chi mai cambierebbe le carte in tavola?
Persa in questo giardino di pruni e fiori di seta, penso.
Penso che in questa disarmonica asincronia niente debba cambiare affinché l'uomo realizzi sé stesso.
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