Dritto. Sempre uguale, scorrevole, continuo. Non so piu' dove andare a sbattere la testa. Continuo a camminare con passo lento, stabile, uguale. Non so dove sto vagando, ho abbandonato quella strada verso di te.
Cosa sento qua nel deserto?
Non c'è niente. C'è il tuo eco lontano che chiama, c'è la tua richiesta di riavvicinarmi a quella strada, ma non so se posso. L'illusione delle oasi all'orizzonte, quel riflesso trasognato e lucente che mi fa intravedere specchi d'acqua, mi spinge a continuare tra la sabbia. E intanto il tempo passa.
Passa il deserto sempre uguale, passano gli avvallamenti, si susseguono le dune. E' tutto un sali scendi, è tutto come la vita. Qui intorno non c'è nessuno. Il cielo è l'unico a cambiare ancora colore. Ogni tanto qualche uccello mi allieta il panorama donando qualche nota di variazione.
Sempre e solo sabbia. Ma dove sto andando? Ogni duna alla quale sopraggiungo mostra lo stesso panorama. Non c'è via d'uscita. Non ci sono altre strade. A volte penso di dover tornare indietro e riprovare a correre, giusto per arrivare da qualche parte, perché la paura più grande al momento è quella di non arrivare. Perdersi totalmente nel deserto, abbeverarsi raramente in qualche oasi per poi passare oltre verso altri miraggi.
Ci sarà mai una realtà? Ci sarà mai acqua per l'assetato nel deserto? Perché quando vuoi veramente qualcosa ed improvvisamente lo trovi in realtà non sai mai quanta parte di esso sia fantasia. Come per la paura.
Quanta parte di questa vita è reale?
Non sarà che viviamo più volentieri nel sogno? Trovare qualcosa oltre te, una nuova strada, un nuovo sentierino che pian piano si trasformi in un fiume in piena che mi travolga e mi porti via con sé. Delle acque in cui nuotare ed essere cullata, anziché dover correre dopo aver perso le forze.
Non so cosa dovrei fare, non so proprio dove andare.
Ci sarà una strada? Non ci sarà? Un misero viottolo? O vagherò per sempre nel vuoto?
Sto perdendo quell'unica possibilità di costruire qualcosa o sto lasciando spazio ad un'altra? Troppi interrogativi.
In realtà ben poco conta il domani quando non si sa con certezza cosa si vuole l'oggi. Potrei voltarmi e tornare indietro, ma sarebbe da codardi. Potrei al contrario sciogliere queste catene che mi trattengono il passo e vedere dove tenderei a correre. Verso l'orizzonte dunoso o verso quella vecchia strada lacerata dai miei passi? Ci sono legami che devono essere sciolti per avere l'opportunità di essere saldati. Temo di dover sciogliere le nostre catene ormai arrugginite. Temo di non saper cosa voglio oggi. Temo, di conseguenza, il domani.
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