martedì 26 aprile 2011

Perdonami

Perdonami perché io ricordo.

Ricordo il male, in tutte le sue sfumature.
Il male che ho sofferto sul mio letto, quando non arrivavi, il male che ho sofferto sul mio letto quando te ne andavi
ed era tardi.
Quello patito quando non chiamavi, quando dubitavi, quando partivi
ed eri lontano... da me, da noi.

Ricordo la sofferenza racchiusa in quelle quattro mura quando non c'eri, quando nemmeno la luna poteva allietarmi con il suo raggio candido e catartico da quell'avvolgibile lasciato inspiegabilmente aperto, quasi a trovare rassicurazione nel mondo esterno, nelle stelle, nelle nubi, nel fiume che scorre dinanzi al terrazzo e nel buio profondo che avvolge l'argine dove correvo libera nella mia infanzia.

Ricordo tutto quanto.

E perdonami perché nemmeno scordo...
non scordo chi c'è stato, quelle parole su Ponte Vecchio, quelle domeniche a consolarci, a trovare vie e percorsi alternativi, le prime risate dopo il buio, i primi pensieri profondi confidati, le prime preoccupazioni, i primi progetti, i primi pensieri al di là di te: il primo appoggio che tuttora conservo.

Non scordo quelle rare telefonate, di quelle vere, di quelle di chi c'è e ci vuole essere, quei consigli preziosi, quel cercare di non essere lontano, nonostante i propri problemi, quel tutto racchiuso in qualche lunga email, quelle dritte verso una vita più tranquilla, più serena e tutta quella saggezza compresa in ritardo.

Non scordo nemmeno quella mano che mi ha rialzato e che ha stretto la mia donandomi nuovamente fiducia in me stessa, che mi ha fatto apprezzare la persona che sono, che l'ha fatta uscire di nuovo dalla gabbia permettendomi di vederla in pieno ed amarla abbattendo ogni limite immaginario creduto reale.

Perdonami perché ricordo il male ed anche perché non scordo il bene di chi c'è stato quando tu non c'eri, quando mi lasciavi nel buio di quella notte lunga ed annichilente.

Il sole splende e non riesco a chiudere gli occhi, perdonami.

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